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    • LUNEDÌ 31 MARZO 2025 - Il volto disteso di chi ha portato a casa una vittoria preziosa nella rincorsa ai playoff. Come scrive oggi Lorenzo Gatto su "Il Picolo", Jamion Christian non nasconde la sua soddisfazione, lo fa mettendo in evidenza i meriti di una squadra che ha saputo affrontare una partita potenzialmente insidiosa con il piglio della grande squadra. Se Trieste, dopo un inizio equilibrato, ha saputo prendere il largo senza girarsi più indietro, lo deve alla personalità di un gruppo che ha ormai imparato a conoscersi e a gestire al meglio le situazioni. «Sono contento – conferma Christian –, orgoglioso di come la nostra squadra ha saputo affrontare un'avversaria che è palesemente in difficoltà ma continua a lottare per cercare di restare in Serie A. Ci siamo preparati tutta la settimana pensando a come i nostri avversari avrebbero potuto modificare il loro assetto per metterci in difficoltà – continua –. Direi che i ragazzi si sono espressi al meglio giocando quattro quarti di buona pallacanestro nella quale hanno saputo rispettare il piano partita difensivo». Una Trieste rimasta sul pezzo fino alla sirena finale, con Christian che ha continuato ad allenare con grande intensità nonostante il largo vantaggio acquisito. «Credo fosse un segno di rispetto dovuto a una squadra come Pistoia che stava dando tutto per provare a metterci in difficoltà e rientrare – conclude il coach americano –. Nell'ultimo quarto, in pochi secondi, sono riusciti a tornare da meno 27 a meno 20, è stato importante nel corso dei quaranta minuti non abbassare mai la guardia e continuare a giocare con grande intensità ».  - Il segnale lanciato sabato pomeriggio dal direttore Daniele Delli Carri è stato chiaro: il momento della squadra è delicato ma il gruppo è compatto e non molla di un millimetro. Lo scrive oggi Ciro Esposito sul quotidiano locale: Chapeau a Delli Carri che ci ha messo la faccia come un dirigente serio dovrebbe sempre fare nei momenti più difficili. A Trieste poter parlare con un diesse al termine della seconda sconfitta consecutiva e con una squadra vicina a giocarsi la salvezza ai play-out non succedeva da tempo (lo aveva fatto Mauro Milanese dopo la sconfitta con il Pisa e a Carpi dopo un arbitraggio pessimo). Così quello che dovrebbe essere normale diventa straordinario anche perché la società non è stata gestita finora in modo normale o quantomeno lineare. Bene ha fatto Delli Carri che, proteggendo i giocatori, si è sottoposto alle domande alla presenza del tecnico Tesser e del dg Alex Menta, più defilato e l'unico non inibito del board alabardato. Nonostante tutto, il messaggio è che la Triestina deve riprendersi in campo mentre dietro la scrivania si saprà quel che accade tra una decina di giorni. La presenza di Delli Carri potrebbe essere interpretata come un segnale positivo anche su quel versante. «Parlo solo del campo, per il resto posso solo dire che la società sta lavorando per trovare una soluzione» si è limitato a sottolineare il diesse. Sia il presidente Rosenzweig che Alex Menta si sono mossi ma è ancora prematuro pronosticare quale sarà l'approdo. Tutto questo non influenza l'ambiente e i risultati? Certamente sì, come è evidente che la situazione attuale, peraltro non molto diversa da quella di tre settimane or sono, è la risultante di una stagione caratterizzata da una serie ininterrotta di errori e ostacoli. Un mercato deficitario e in ritardo, la scelta di un tecnico inesperto, un ritiro montano con le porte girevoli, un numero insufficiente di amichevoli performanti, il pasticcio fideiussione, l'allontanamento del diesse, il blocco del tesseramento di Olivieri, il punto di penalizzazione, il Rocco ingiocabile (qui non c'è responsabilità diretta) fino a dicembre, il triplo cambio di guida tecnica, la mancanza di budget per il mercato di riparazione e dulcis in fundo (se sarà il fondo) i 4 punti di penalità. L'unica scelta opportuna è stata quella di affidare le sorti tecniche a Delli Carri e Tesser. Questi due signori hanno fatto già due miracoli: l'accelerazione di dicembre con quel che c'era e la marcia spedita, con qualche innesto, di gennaio e febbraio. I tifosi ci credono, la squadra non ha mollato. O almeno questo si è visto al Rocco sabato nonostante la sconfitta. I giocatori, una volta subito per colpevole distrazione il primo gol, avrebbero potuto sciogliersi e invece hanno tenuto testa a un avversario forte, in salute e che vive la quotidianità di una società stabile e organizzata in modo esemplare. Questo sta a indicare come questa Triestina sul campo possa giocarsi tutte le chance messe a disposizione dal rush finale (eventuali playout compresi) nonostante un calendario sulla carta poco agevole. Contano le motivazioni, le relazioni um ane, la condizione fisica e quella tecnica. Contro la Feralpisalò si è visto quanto peso abbiano negli equilib ri di un match le qualità e il carattere di Ionita, l'esperienza di Silvestri, le giocate di Cortinovis e di Correia e la presenza di Strizzolo (nonostante dall'esterno sia sembrato ancora claudicante). Tutto senza togliere nulla agli altri che comunque portano i loro mattoncini. I più navigati assieme alle qualità di Tesser e Delli Carri saranno decisivi. Due miracoli non bastano, ne serve un terzo. Anzi, per non scomodare il divino, serve un'altra impresa. Quella che porta alla salvezza. Almeno sul campo.
    • Se stiamo giocando e sei sopra di 70 e di fronte a una svista degli arbitri lo fai notare e finisce lì, è un conto; se chiedi un challenge per rispettarmi ti assicuro che la mia risposta al tuo rispetto inizia con vaf e finisce con ulo. 
    • Fra F.A Cup e C ho visto molto calcio nel week-end, ma l'unica partita di serie A è stata Napoli-Milan. Io credo che Conte sia una specie di divinità, perché come faccia a essere almeno teoricamente in lotta per lo scudetto resta per me un mistero. Conceicao ha fatto capire da subito che gli fregava molto più della Coppa Italia mercoledì, rinunciando a Thiaw, Jimenez, Gimenez e Leao e proponendo l'inedita coppia Bondo-Fofana in mezzo. Ne sono venuti fuori venti minuti da incubo, col Milan che non solo non riusciva a far filtro ma dietro rasentava il ridicolo. Quel che ha combinato Pavlovic sul primo gol mi fa pensare a cosa debba aver combinato Tomori per non giocare in questa difesa neanche se Thiaw sta fuori. Va detto che anche Theo e Gabbia sul gol ci mettono del loro, ma Pavlovic per me è imperdonabile. Il raddoppio arriva con una ciabattata di Lukaku, che lasciato completamente solo la prende talmente male da spiazzare Maignan Milan non pervenuto. Nella ripresa Conceicao dà semplicemente un senso alla squadra, entra chi immagino mercoledì giocherà dall'inizio e la partita diventa subito a una porta. Guardandola pensavo che se il Milan l'avesse pareggiata entro il 70' l'avrebbe vinta. Ha avuto l'occasione per farlo, ma la gestione dei rigori degna dell'asilo Mariuccia stavolta ha premiato Gimenez, perché avere Pulisic col 92% di realizzazioni, ne ha sbagliato uno in tutta la vita calciandolo fra l'altro pure bene, non toglie che si debba fare contento uno a turno. Che ovviamente lo sbaglia, come già successo con Theo e Abraham. Il Milan la riapre lo stesso, ma più tardi di quel che avrebbe dovuto, e soffrendo le pene dell'inferno il Napoli la porta a casa. Resto convintissimo che il Milan sia più forte del Napoli, la partita me lo ha ampiamente confermato e questa è una aggravante: essere noni con sta rosa vuol dire aver lavorato col deretano, perché Conte è secondo con molto meno. Come lo era Pioli.
    • Si vede chiaramente che JC manda sul cambio Obljievuch,e si gira verso Campogrande. L'immagine stacca,e quando li inquadrano di nuovo lui lo fanculizza rimandandolo a sedere. Credo che il giocatore abbia detto qlcosa che non doveva, altrimenti il coach lo faceva semplicemente risedere in panchina,non avrebbe avuto alcun motivo di inkazzarsi in quella maniera. 
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