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    • VENERDÌ 21 MARZO 2025 - Resettare e ripartire. Dopo una sconfitta, quella subita in casa di Trapani, in cui la mostruosa prestazione degli uomini di Repesa non può essere l'unica chiave di lettura. Per la prima volta in stagione, la Pallacanestro Trieste si è lasciata travolgere senza mai trovare le adeguate contromisure. «Abbiamo giocato davvero male. Anzi, non siamo proprio scesi in campo». Sempre schietto e deciso, Jeff Brooks (intervistato su "Il Piccolo" da Filippo Errico Verzè), che con i suoi 35 anni è l'elemento di maggiore esperienza della squadra di Jamion Christian. «Dobbiamo guardarci allo specchio e andare avanti. Certo, partite così possono capitare, ma non dobbiamo mai dimenticarci di una cosa: noi non andiamo mai in campo per perdere». In effetti, al PalaShark si è vista poco quella mentalità, quell'agonismo che fin qui è sempre stato il vostro punto di forza. «È vero. Quello che adoro di questo team è che non importa quanto andiamo in difficoltà, perché poi riusciamo sempre a rialzarci insieme. Con Trapani, invece, ogni volta che provavamo a fare un passo avanti loro ci ricacciavano due indietro: non siamo mai riusciti a trovare le giocate e l'energia giuste. Mi auguro che resti un caso isolato». Quanto a energia, il suo contributo sul parquet è sempre tangibile. Per avere un'intensità così costante, bisogna essere anche al top della forma, conferma? «Non penso che continuerei a giocare a basket se non fossi al meglio fisicamente. Mi considero fortunato: mi prendo sempre cura del mio corpo e approccio ogni allenamento come se fosse una gara dei playoff. Per questo, oggi, mi sento come se avessi 27-28 anni. Ma quello che conta di più, per me, è essere un esempio per i miei compagni, perché se gioco così duro io, che sono il più vecchio, loro non hanno scuse». Anche le statistiche le danno ragione: 8.3 punti e 6.1 rimbalzi di media uscendo dalla panchina. L'ultima volta che fece così bene fu a Sassari, nel 2014-15. Insomma, l'aria di Trieste ha proprietà terapeutiche? «Quando sono venuto qua, prima di firmare ho incontrato Mike (Arcieri, ndr ) e lui mi ha parlato di un "Rinascimento di Jeff Brooks". La società e lo staff tecnico hanno voluto valorizzare la mia esperienza, il mio QI cestistico, la mia cultura del lavoro: qui ho ritrovato l'amore per il gioco che, ammetto, stava un po' svanendo dove mi trovavo prima». A proposito di amore per il basket, a inizio stagione ci aveva confidato di volerlo ritrovare anche e soprattutto per rendere felice suo figlio. Lui come sta vivendo questa sua rinascita? «È felicissimo di vedermi così! Ogni volta che salto per schiacciare o timbrare una stoppata , rimane stupefatto: "Ma come papà, ancora ce la fai?". Mi dice sempre che sono "antico", come se avessi 85 anni e non 35 (ride, ndr ). Scherzi a parte, adora vedermi con tutta questa energia, perché per lui è la prima volta. Sentirgli dire: "Voglio diventare come lui" mi rende colmo di gioia, davvero. Cosa le ha detto dopo il canestro della vittoria nei quarti di Coppa Italia contro Trapani? «Purtroppo se l'è perso, perché aveva scuola il giorno dopo. Quando gliel'ho raccontato non ci credeva. Non riusciva a spiegarsi come uno "antico" come me avesse fatto un movimento del genere». In quel canestro, però, c'è tutto Jeff Brooks. Cosa ha pensato in quegli istanti? «Se ci ripenso mi viene da ridere, in realtà. Innanzitutto, ero certo che avrei rubato la palla su quella rimessa. Non avevo dubbi. Tra me e me, dicevo solo una cosa: "Dopo la recuperata, va bene tutto, ma non sbagliare il dannato layup!". Mi sono ricordato di quando, ai tempi dell'Olimpia Milano, avevo fallito un tiro simile in una partita di Eurolega contro il Real Madrid. Giuro, in quel momento non ho pensato ad altro. Non poteva succedere di nuovo, e così è stato». Torniamo a guardare in avanti: il ko del PalaShark, unito alle vittorie delle rivali, ha reso la corsa ai playoff più accesa che mai. Come vi state preparando a queste ultime otto partite? «Ragioniamo un match alla volta. Ogni singolo possesso conterà il triplo di prima, ma lo sappiamo e la partita di Trapani è stata utile a farci capire cosa non dobbiamo fare in questo momento». Affrontare subito una squadra del calibro della Virtus Bologna rappresenta uno stimolo aggiuntivo per voi? «L'avversaria conta il giusto, perché dopo una debacle come quella di Trapani adesso tutti sentiranno l'odore del sangue. Ci crederanno deboli, ma non è così. Basti pensare che quest'anno non abbiamo quasi mai avuto la squadra al completo, ma siamo comunque riusciti ad arrivare fin qui, a giocarcela fino in fondo». Comunque vada la stagione, è innegabile che per lei si sia creato qualcosa di speciale qui a Trieste. Quanto vorrebbe che continuasse questo matrimonio? «A giugno compio 36 anni, ma qui mi sto divertendo e vedo un progetto molto valido. Per questo, voglio ritirarmi qui, ma non so ancora quando. In generale, Trieste è un posto speciale, sia mia moglie che mio figlio si stanno trovando benissimo. Spero di continuare per altre 4-5 stagioni, sempre se mi vorranno qua per tutto questo tempo (ride, ndr )» - Non c'è tempo per cullarsi sugli allori della fondamentale vittoria sulla Pro Patria. Come scrive Antonello Rodio oggi, per la Triestina è già vigilia della sfida con la Giana Erminio: domani allo stadio di Gorgonzola si gioca alle 15 ed è un'altra trasferta nella quale l'Unione è chiamata a racimolare punti salvezza. Come noto la squadra alabardata dovrà fare a meno dello squalificato Olivieri, fin qui uno stakanovista. Ma oltre a Germano, mancherà ancora una pedina fondamentale come Ionita, costretto ai box per la ferita alla gamba che lo ha costretto a una ricucitura con parecchi punti. C'è però la concreta speranza di un possibile ritorno di Bianay Balcot, che in questi giorni ha ripreso a lavorare con il gruppo: probabile quindi che il terzino destro sia disponibile per la gara di domani contro la Giana. Da gestire poi alcuni acciacchi, come quello di D'Urso che domenica scorsa non era nelle migliori condizioni. Rientra invece Bianconi. La speranza è anche quella che la Giana abbia già la mente alla finale di andata di Coppa Italia, che la vedrà impegnata nello stadio di casa martedì sera, quindi tre giorni dopo la gara con l'Unione. In quest'ottica è possibile anche che il tecnico Chiappella preservi qualche elemento di maggior valore per la sfida di martedì. convocazione in azzurro Intanto per la società alabardata arriva la grande soddisfazione della convocazione in nazionale under 15 della giovanissima Jennifer Giorgi, attaccante appunto della formazione Under 15 alabardata, che ha ricevuto la chiamata in azzurro dal Commissario Tecnico delle azzurrine Marco Dessì, in vista del raduno al Centro di Preparazione Olimpica di Tirrenia da lunedì 24 a giovedì 27 marzo. Una nazionale, quella Under 15 femminile, nata un anno fa, con l'obiettivo di ampliare ulteriormente la base delle squadre femminili azzurre ed anticipare lo scouting, in collaborazione con il progetto del settore giovanile e scolastico "Calcio+15", coordinato da Francesca Valetto. La quattro giorni di raduno si concluderà poi con un'amichevolecontro la Under 16.
    • Hai ragione, se ricordo bene uno lo fece Godeas, non so se il primo o il secondo. Ricordo una buona prestazione di Falloppa e poco altro. Ero in mezzo ai Veneziani a chiaccherare in un clima amichevole di una partita anonima in cui giocammo peggio di loro senza tirare mai in porta. Poi quel finale inspiegabile. 2 a 1 per noi. Me ne sono andato alla chetichella con qualche frase di crcostanza, quasi dispiaciuto. A loro giravano un po' le palle, ma devo dire che erano persone di spirito...
    • Compensazione di anni di mancate promozioni. Tra gol presi di mano e finali perse. Il fato toglie, il fato dà. This is football.
    • Tipo Roma che perda partita e scudetto a Lecce ultimo all'ultima giornata ? O Triestina che va ai play off che si fa fottere 6 punti su 6 dal Fano ultimo a fine stagione? ☺️. Comunque sì, abbastanza improbabile diciamo.
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